APPUNTAMENTO CON UNAITALIA: ANCORA PIU’ CHIARA L’ETICHETTA DEL POLLAME

Chiunque frequenti un supermercato o una semplice macelleria avrà avuto modo di apprezzare già oggi la chiarezza di un’etichetta di un prodotto avicolo fresco. Oltre alla tipologia del taglio (petto di pollo, fusi, ali), troverà ….

 il peso netto del prodotto, il lotto di produzione, lo scanner, il bollo sanitario, la classe del prodotto, la temperatura di conservazione, le indicazioni di consumo, la data di scadenza e, non ultima, l’origine.

L’indicazione di provenienza apposta sul prodotto fresco, assai apprezzata dal consumatore, appare già oggi, sia in virtù di normative sanitarie obbligatorie, sia in base a disciplinari di etichettatura volontaria che oltre a fornire indicazioni in merito all’origine (nato, allevato, macellato in..), certificano altresì ulteriori informazioni quali ad esempio la tipologia di allevamento e l’alimentazione degli animali, allo scopo di rendere più consapevoli e sicure le scelte del consumatore. Tutte le aziende aderenti ad Unaitalia (Unione Nazionale Filiere Agroalimentari Carni e Uova), vale a dire oltre il 90% della produzione avicola nazionale, aderiscono ad un disciplinare di etichettatura volontaria.

Per quanto riguarda invece le preparazioni, dove la carne di pollame viene utilizzata come ingrediente principale, la posizione dei produttori italiani è molto chiara.

Mentre si discute ancora in Europa su come debba essere imposto ed uniformato tale tipo di indicazione, il settore avicolo italiano ha già dichiarato che intende rendere nota chiaramente l’origine così come avviene già oggi per il prodotto fresco tal quale, indicando cioè in etichetta il luogo di nascita, allevamento e lavorazione delle carni contenute nelle preparazioni.

Il perché di questa trasparenza ed esigenza di chiarezza è molto semplice da comprendere: l’assoluta tranquillità e consapevolezza del settore di fornire al consumatore un prodotto sicuro, di qualità organolettica superiore, controllato attraverso una rete sanitaria capillare e rigorosissima.

Sono questi i “punti di forza” su cui può contare un settore fondamentale della zootecnia nazionale, totalmente autosufficiente, come quello avicolo, che vanta una produzione annuale di carne pari a 1.253.000 tonnellate, circa 100.000 addetti ed un fatturato di 5.750 milioni di euro.

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